Dieta Oloproteica o Dieta della Liposuzione Alimentare

DIETA OLOPROTEICA O DIETA DELLA LIPOSUZIONE ALIMENTARE

È una strategia indicata in alcune condizioni quali obesità, sovrappeso con adiposità localizzate o patologie quali insulino-resistenza e diabete mellito tipo 2, che, applicabile con il corretto criterio e sotto la supervisione medica e del biologo nutrizionista, per un periodo di tempo ben definito, determina effetti positivi non solo in termini estetici ma anche e soprattutto in termini di salute.

Di fatto si tratta di un “protocollo dietetico medico” studiato dal Prof. Blackburn dell’Università di Harvard nel 1971, approvato nel 1993 dal Ministero della Salute degli USA (JAMA Aug. 1993 Vol. 270, N°8; 967-974), e posto in molti paesi europei dal 2003 tra le terapie di primo intervento nella prevenzione dell’obesità associata a fattori di rischio.  In Italia è un approccio esistente da decenni, da qualche anno utilizzato in anche in ambito ospedaliero, per sostituire in tanti casi l’approccio classico e quello farmacologico.

CHI È IL PROF. GEORGE BLACKBURN?

Il Dottor George Blackburn è un medico che ha speso la sua vita nella cura dell’obesità, fino a creare il protocollo PSMF (Protein Sparing Modified Fast) o VLCD (Very Low Calorie Diet), con la determinazione del fabbisogno proteico dell’organismo nel corso del digiuno: egli dimostrò come una privazione calorica, con un’assenza quasi completa di carboidrati quindi di zuccheri, potesse neutralizzare l’effetto anabolico (di costruzione) dell’insulina sul metabolismo dei grassi: infatti senza insulina non è possibile la lipogenesi, quindi la creazione dei grassi.

Durante il digiuno proteico Blackburn determinò anche la quantità esatta di proteine che bisognava assumere per proteggere la massa muscolare di un individuo, onde evitare di avere una perdita più o meno consistente del muscolo come di solito accadeva nel vero e proprio digiuno assoluto dove ci si alimentava esclusivamente di acqua e Sali minerali.

Nacque così, grazie ai suoi studi, il digiuno proteico che protegge la massa muscolare e che cancella la fame grazie ai corpi chetonici che vengono prodotti durante la dieta.

COSA SUCCEDE ALL’ORGANISMO DURANTE QUESTA DIETA?

L’assunzione quasi esclusiva di proteine (1,2 g pro-kg nella donna e 1,5 g pro-kg nell’uomo), obbliga l’organismo ad utilizzare le proprie riserve energetiche, quindi la massa grassa, per produrre i corpi chetonici con una concomitante riduzione del tessuto adiposo. Con la soppressione quasi totale degli zuccheri, presenti in minima parte solo nelle verdure permesse, quali spinaci, cetrioli, fagiolini, melanzane, insalata, broccoli, zucchine, etc., si ottiene un rapido calo dell’insulina che impedisce la messa in riserva di grassi e induce un catabolismo degli stessi per effetto della lipolisi.

La produzione dei corpi chetonici è essenziale in quanto essi svolgono una doppia azione:

  1. Energetica: divengono substrati energetici del cervello, del quale vanno a coprire l’80% del fabbisogno; hanno un potere antidepressivo con aumento delle facoltà intellettive e della concentrazione (dovuto al corpo chetonico acetone);
  2. Riducono l’appetito: i corpi chetonici per stimolazione del centro della sazietà, situato nell’ipotalamo, inducono un effetto fisiologico antifame, con inibizione della sensazione di fame a partire dal secondo-terzo giorno dell’inizio della dieta (grazie al corpo chetonico acido beta-idrossibutirrico).

DA COSA E’ CARATTERIZZATA QUESTA DIETA?

  1. Da una quota proteica equilibrata. Quindi non si tratta di una dieta iperproteica come ad esempio la dieta Dukan, ma di una dieta normoproteica.
  2. Da una quota di zuccheri molto ridotta (solo quelli presenti nelle verdure e negli ortaggi permessi).
  3. Da una quota di grassi molto bassa (piccole quantità di olio extravergine di oliva per condire gli alimenti).
  4. Da una integrazione precisa di sali minerali, vitamine, antiossidanti.
  5. Da una durata molto breve: circa 21 giorni, con intervalli costituiti da diete ipocaloriche con una quota equilibrata di zuccheri, prima di altri eventuali cicli di Dieta Oloproteica.

È bene tuttavia specificare che si tratta di una terapia nutrizionale transitoria, tesa al rapido raggiungimento dell’equilibrio del peso corporeo, utile qualora sia necessario un dimagrimento veloce, importante e localizzato (non a caso è stato definito “liposcultura o liposuzione alimentare”), per meglio risolvere alcune condizioni patologiche e/o qualora i risultati ottenuti con altre diete ipocaloriche non siano stati del tutto soddisfacenti.

QUANDO SI CONSIGLIA QUESTA DIETA?

Secondo le indicazioni del protocollo ufficiale, questa dieta viene utilizzata per trattare:

  1. L’obesità medio-grave con BMI >30 kg/m2 con l’obiettivo di consolidare la perdita di peso
  2. Il sovrappeso con BMI >25 e <29,9 kg/m2
  3. Il sovrappeso associato a fattori di rischio quali: diabete tipo II, dislipidemia, ipertensione.
  4. Combattere l’adiposità localizzata sia femminile (in zona peri-trocanterica ossia adipe, quindi massa grassa, su fianchi e glutei tipico della morfologia ginoide), che maschile (a livello addominale tipico della morfologia androide), il cui decremento si ottiene senza inestetismi quali smagliature o rughe, dato che l’apporto proteico stabilito incrementa la sintesi di tessuti di sostegno e di collagene.
  5. Pre-intervento chirurgico (per ridurre il rischio anestesiologico

COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO?

Il protocollo del Dott. Blackburn prevede una dieta fortemente ipocalorica (<800 kcal), con un apporto proteico che varia tra 1,2 e 1,5 g per kg di peso corporeo ideale. Tale apporto permette di raggiungere un equilibrio azotato tale da preservare la massa muscolare e permettere la condizione di chetosi, che una volta raggiunta (dopo i primi 4-10 giorni), annulla o riduce drasticamente il senso di fame.

I carboidrati sono assunti esclusivamente sotto forma di verdure (le meno ricche in zuccheri), mentre la quota di grassi è garantita esclusivamente dalle pietanze proteiche introdotte o dall’utilizzo dell’olio d’oliva come condimento.

La dieta non prevede l’uso di farmaci, ma sono indicate integrazioni vitaminiche e di sali minerali per colmare le perdite di micronutrienti che normalmente si registrano durante una consistente perdita di peso e per regolare l’acidosi metabolica.

Il protocollo ha la durata di 21 giorni, cui segue una fase di transizione di 42 giorni, divisa in due ulteriori fasi, in cui gradualmente vengono reintrodotti tutti i nutrienti.

Dopo i primi giorni di adattamento, la presenza dei corpi chetonici garantisce un effetto anti-fame che facilita l’aderenza al piano alimentare. Inoltre, grazia al fatto che si perde molto rapidamente massa grassa, il paziente è maggiormente incentivato e stimolato nel seguire la dieta evitando la demoralizzazione e la mancata aderenza ad un piano alimentare ipocalorico che spesso si registrano in un dimagrimento troppo lento.

QUALI SONO I VANTAGGI?

Il risultato di questa dieta, da non confondere con quelle iperproteiche contraddistinte da quantità eccessive ed imprecise di proteine ma anche di grassi, ed una scarsa attenzione alla qualità degli aminoacidi, è in genere costante e permette di perdere tra il 7 e il 10% del peso di partenza nell’arco di soli 21 giorni. Alla fine degli anni ’90, a tale dieta venne non casualmente attribuito il nome di “liposuzione alimentare” avendo constatato, in centinaia di casi, un riequilibrio della silhouette sia nelle donne ginoidi che nel maschio in sovrappeso con caratteristiche di tipo androide. Per meritare la definizione di “Liposuzione Alimentare” significa che tale dieta colpisce quelle zone del corpo, maschili e femminili, dove il tessuto adiposo presenta un metabolismo diverso rispetto alle altre parti dell’organismo accumulando grasso in eccesso. Nella fattispecie si tratta del distretto trocanterico (bacino e cosce) nelle donne e di quello addominale negli uomini così come nelle donne in menopausa. In tali distretti il grasso accumulato è sottoposto all’influenza negativa di estrogeni ed insulina che stimolano la produzione del grasso e ne impediscono la distruzione. La dieta oloproteica, viceversa, aumenta la sintesi di un ormone chiamato GH o ormone della crescita, che contrasta gli effetti degli estrogeni e dell’insulina, determinando in tal modo la distruzione del grasso nelle adiposità localizzate.

Inoltre, questa terapia nutrizionale si è dimostrata molto utile nel ridurre e migliorare patologie quali insulino-resistenza, leptino-resistenza, ipertensione, steatosi epatica, dislipidemie, diabete mellito tipo 2.  Grazie al calo ponderale veloce e sicuro, si riescono così ad arginare queste patologie e ad evitare che queste ultime si aggravino o si associno ad ulteriori fattori di rischio.

Ma attenzione: non è una dieta semplice da seguire e va assolutamente monitorata da vicino sotto la supervisione di un professionista sia in campo nutrizionale che medico. Così come va anche attentamente monitorata la fase successiva di transizione volta a reintrodurre i carboidrati in maniera graduale senza un recupero del peso di partenza, cosa che invece accade con molte diete iperproteiche malgestite. Infatti, come ogni dieta chetogenica, funziona se periodizzata, cioè se non la si prolunga, pena la difficoltà successiva del corpo a gestire i carboidrati quando li reintroduciamo.

QUALI SONO LE CONTROINDICAZIONI?

Secondo protocollo ufficiale, questa dieta è assolutamente controindicata nei seguenti casi:

    insufficienza renale

    insufficienza cardiaca

    insufficienza epatica

–    diabete di tipo I

    gravidanza e allattamento

–    aritmie cardiache

    infarto, TIA o ictus pregressi (ultimi 12 mesi)

–    neoplasie

    malattie psichiatriche

    terapia cronica con diuretici (esclusi i risparmiatori di potassio)

    età inferiore ai 14 anni e maggiore di 70 anni.

BIBLIOGRAFIA

1) Blackburn GL Benecfits of weight loss in the treatment of obesity. Am J Clin Nutr. 1999 Mar., 69 (3):347-9.

2) Blackburn GL More on the obesity problem. N Engl J Med. 1998 Jun 4, 338(23); 1702.

3) McDonald L. The Ketogenic Diet: A complete guide for the Dieter and Practitioner. TX, 1998. ISBN 0-9671456- 0-0.

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